Storia del Giocattolo

“Il giocattolo, oggetto costruito per il gioco infantile”.

La storia del giocattolo risale a moltissimi anni fa; testimonianze letterarie e ritrovamenti archeologici mostrano come alcuni tipi di giocattolo, quali il sonaglio, la palla, la trottola, figure umane e animali, siano comuni a tutte le epoche, corrispondendo nel modo più immediato alle immutabili esigenze del bambino ed alle tappe del suo sviluppo.

Al desiderio di cautelare il bambino da influssi maligni va attribuito il rapporto del giocattolo con il mondo magico-religioso (rinvenibile presso i popoli primitivi, nella civiltà classica ed ancora oggi in certe tradizioni popolari) i sonagli, ad esempio, hanno spesso valore di amuleto. Greci e Romani usavano dedicare agli Dèi balocchi in occasioni che significavano l’ingresso alla vita degli adulti (per esempio il compimento della maggiore età e, per le donne, le nozze), e votare i balocchi dei fanciulli morti agli Dèi inferi, seppellendoli nella tomba con il piccolo proprietario: usanza protrattasi fino ai primi tempi cristiani.

Sappiamo così che la palla e gli aliossi usati per un gioco simile a quello dei dadi ed anche per la divinazione furono i tipi di giocattolo più noti nel mondo greco e poi romano, dove erano diffusi anche le bambole con le loro suppellettili in miniatura, i burattini, le trottole ed i birilli, le armi per l’eterno gioco della guerra, e carriole ed effigi di animali da trascinare attaccati ad una cordicella.

Il giocattolo nel Medio Evo

Nel Medio Evo i giocattoli si ridussero ai tipi più elementari ed alle forme più semplici, mentre i pochi esemplari a noi giunti del Rinascimento mostrano come questa raffinata civiltà avesse portato un notevole gusto artistico anche in questo campo.

Fra i nuovi giochi si ricorda particolarmente quello del bilboquet (o kendama), in gran voga per tutto il Cinquecento: una palla d’avorio forata da infilare, lanciandola, in un piolo, al quale essa era assicurata mediante un filo.

L’età Barocca

L’età barocca, tempo di curiose ed ingegnose fantasie, porta nel campo del giocattolo molte novità: nasce la lanterna magica o gioco delle ombre cinesi, si diffondono sempre più i soldatini di stagno, eco di vicende belliche; ed il mondo che operò i primi tentativi di divulgazione scientifica creò anche i primi giochi istruttivi come le carte da gioco che insegnavano l’alfabeto e l’astronomia. Nella opulenta società borghese di Olanda nacquero le prime case di bambola, abitazioni ed arredamenti in miniatura che nel ‘700 inglese meritarono le cure di artisti come Robert Adam e Thomas Chippendale, e furono poi tanto care alla società vittoriana.

Il riflesso delle vicende storiche sul giocattolo trova il più sconcertante esempio nelle piccole ghigliottine della rivoluzione francese; all’incirca di questi anni è il ritorno di un antico gioco, un disco scanalato che scende e sale lungo una cordicella, col nome di émigrette (che sarà poi negli anni ’20, altro periodo di crisi, il puerile svago dello yo-yo).

L’Ottocento e il giocattolo

Nell’Ottocento, le nuove teorie pedagogiche danno alla vivacità (almeno fisica) del bambino un maggiore spazio di sfogo: ed ecco il trionfo giochi semi-ginnastici, come il diabolo, la corda, i cerchietti, mentre il rinnovato interesse per la scienza fa ritornare di moda i giocattoli istruttivi: esempio estremo, il gabinetto di fisica in miniatura creato dal tedesco M. Flering nel 1867. Importanti conseguenze ha sul giocattolo la nascita dell’industria: balocchi fabbricati in serie, con nuovi materiali (gomma, cartapesta, materie plastiche) invadono il mercato all’inizio del secolo, ed ai temi usuali se ne aggiungono via via altri che sono la riproduzione dei nuovi ritrovati della tecnica: dal meccano che deliziò le passate generazioni alle modernissime automobiline che ri producono fin nel minimo dettaglio ogni nuovo modello di vettura in campo internazionale; anche le conquiste dello spazio hanno dato l’avvio a tutta una specialistica produzione, dal missile all’astronauta.

Il giocattolo alla fine del Novecento

Nell’ultimo decennio la produzione di giocattoli si è sbizzarrita nei campi più diversi per meglio corrispondere alle nuove e più difficili esigenze proponendo sul mercato giocattoli complessi ed elaborati.

Nel settore delle bambole si è operata una delle più vistose trasformazioni: alla bambola tradizionale si è sostituita una creazione che imita tutta la gamma di immagini femminili-tipo del nostro tempo in una caratterizzazione sorprendentemente aderente alla realtà.